Nel corso del 1997 si avvia all’interno delle scuole di Novate la riflessione su una nuova modalità di organizzazione scolastica, quella che prevede la verticalizzazione dei 3 ordini di scuola (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I grado) in un unico Istituto Scolastico detto “Comprensivo”.
Il dibattito all’interno delle varie componenti scolastiche pone in evidenza una serie di innegabili vantaggi dati da una soluzione di verticalità:
la realizzazione della continuità educativa;
l’eliminazione della discontinuità metodologico – didattica tra ordini di scuola;
il superamento delle gerarchie tra i tre ordini di scuola;
la condizione ottimale per evitare la ripetitività dei contenuti didattici;
la stabilità dell’organico;
l’impianto organizzativo unitario;
la continuità territoriale;
l’utilizzazione perequativa delle risorse.
Con il piano di razionalizzazione dell’a.s. 1997/98 il Consiglio Scolastico Provinciale decreta la formazione dell’Istituto Comprensivo. I tre ordini di scuola che ne fanno parte hanno un’unica direzione e Segreteria, un unico Collegio Docenti, un Consiglio d’Istituto e un Comitato Genitori.
L’istituto comprensivo ha anticipato i problemi e le possibili soluzioni di alcuni nodi problematici della scuola italiana. Nello scegliere questa soluzione il Collegio Docenti e il Consiglio di Istituto hanno inteso seguire queste aree di interesse: il territorio, le risorse, ilcurricolo.
Rapporto con gli utenti del territorio
La scuola comprensiva si caratterizza come un servizio alla comunità (ne raccoglie la domanda educativa), senza perdere la sua connotazione di istituzione, cioè in grado di proporre un’offerta formativa di uguale valore in tutto il territorio nazionale.
I vantaggi dell’Istituto verticale, come la visibilità della scuola, unitarietà del progetto, vicinanza ai bisogni della comunità, possono essere ulteriormente potenziati, per contenere, se opportunamente governata e controllata, i possibili svantaggi (localismo, povertà di stimoli, isolamento, ecc).
L’Istituto comprensivo rafforza il rapporto con gli Enti locali, rendendolo più incisivo ed impegnativo. Si determina un maggiore peso negoziale della scuola nei confronti della comunità grazie all’autonomia funzionale.
L’intensificazione dei rapporti interistituzionali stimola la messa a punto di nuovi strumenti giuridici appropriati per la concertazione: dagli accordi di programma ai protocolli di intesa, dalle convenzioni ai consorzi di servizi.
Il coordinamento tra il servizio scolastico e gli altri servizi sociali ed educativi pone le premesse per una maggiore attenzione alle condizioni dell’infanzia e della adolescenza di una comunità territoriale (Legge n°285/1997).
Uso funzionale delle risorse professionali
L’istituto comprensivo valorizza l’insieme delle risorse professionali presenti nella scuola dal dirigente allo staff, dai docenti al personale A.T.A.
L’ambiente scuola comprensiva offre le condizioni per sperimentare una gestione innovativa degli organi funzionali, sia nella direzione dello scorrimento verticale delle professionalità, sia nella gestione più flessibile delle scelte didattiche, tra cui unità di apprendimento, gruppi a classi aperte, laboratori, utilizzo dei docenti di potenziamento sui diversi ordini, ecc.
L’istituto comprensivo stimola la costituzione di uno staff di supporto al dirigente scolastico, per il coordinamento psicopedagogico e didattico.
Percorsi curricolari verticali
Il nostro istituto contribuisce all’elaborazione di un curricolo verticale in termini di costruzione progressiva delle conoscenze informali degli alunni e formali proposte dalla scuola, delle abilità trasversali, delle competenze e di indicatori di qualità di servizio (gli insegnanti, il clima, l’organizzazione).